Pay tv, pay per view, video on demand la tv creata su misura
Una cosa è certa, non sanno più cosa inventare per far presa sulle masse, e questo è un discorso che vale un po’ per tutto ciò che riguarda la nostra vita quotidiana sotto qualsiasi punto di vista; si ha la netta sensazione che tutto sia stato già pensato, realizzato, e distribuito su grande scala, difficile trovare una buona idea che sia anche nuova e che attecchisca rapidamente sulle grandi masse. Mezzo secolo fa, senza neppure andare troppo indietro nel tempo, si aspettava il fine settimana per andare al cinema con la fidanzata o magari con amici, oggi invece è tutto diverso, tutto ha assunto altri significati ed ha il suo scopo ben preciso, non c’è più nulla che non si possa fare con un semplice click, comodamente dal divano di casa propria.
Il mondo corre veloce, forse anche troppo, e le giornate di tutti trascorrono rapidamente tra un’attività e l’altra; tutte le cose si fanno in funzione di un qualcos’altro, tutto si ‘ottimizza’ per perdere meno tempo possibile, ma anche i momenti destinati al relax ed al riposo hanno bisogno del loro tempo, altrimenti si rischia di impazzire. Ed ecco una delle trovate più geniali del secolo XX che, come vedremo, si è via via sviluppata fino ad assumere le caratteristiche che ha oggi, la tv a pagamento.
Pay tv, la tv privata con canone fisso
Per trovare le prime tracce di tv a pagamento dobbiamo fare un viaggetto nell’ Inghilterra degli anni 60, dove per poter guardare alcuni notiziari o programmi di informazione erano necessari un abbonamento ed una specie di contatore; in Europa invece, la prima tv a pagamento ad essere lanciata sul mercato è stata la svizzera Teleclub, seguita due anni più tardi dai francesi di Canal+; con circa 10 anni di ritardo, come purtroppo accade spesso, entra sul mercato anche l’Italia, rimasta ferma a causa della lentezza e dell’inadeguatezza della sua burocrazia.
E’ stata Tele+ la prima tv a pagamento italiana, ed il sistema utilizzato era quello di trasmettere sulle normali frequenze televisive analogiche tre canali nuovi che però erano criptati; per accedere a questi programmi, l’utente aveva bisogno di una ‘scatoletta magica’ chiamata decoder, che gli veniva data in dotazione al momento della sottoscrizione dell’abbonamento e che serviva a ‘decodificare’ le trasmissioni criptate, generalmente films in anteprima o partite del campionato di calcio di serie A in diretta.
Pay per view, pagare per un singolo programma
Il principio della pay per view è in pratica lo stesso di quello della pay tv, l’unica differenza è, come suggerisce la stessa espressione, quella che l’utente paga per la visione di un singolo programma, scegliendolo dal menù del televisore e pagandolo con carta di credito anche con il telefonino; a pagamento effettuato si riceve un codice di sblocco inserendo il quale si ha accesso al programma acquistato, ma si possono anche comprare dei pack, quasi sempre in offerta, contenenti più programmi.
In questa occasione sono stati gli americani a muovere i primi passi, ed è stato il mondo dello sport ad inaugurare l’iniziativa; nel 1977 infatti, dopo la sua brillante vittoria nel campionato di basket NBA, la squadra di pallacanestro dei Portland Trail Blazers decise di adottare questo sistema per vendere i propri incontri in diretta, ed il fenomeno si espanse immediatamente, iniziando ad attirare attenzione da parte di altre squadre, altri sport, altri settori della televisione.
Video on demand, la televisione interattiva
Altra possibilità offerta dalle emittenti televisive agli utenti che lo richiedono è il servizio tv on demand, che letteralmente significa a richiesta (molto frequente l’acronimo V.O.D.), un servizio interattivo che consente di usufruire di prodotti televisivi di intrattenimento, sport, spettacolo, cinema, musica, serie tv attraverso una semplice connessione internet, e che in alcune occasioni può essere anche gratuito.
Tecnologicamente parlando, il concetto di video on demand è questo; l’utente sceglie tra i palinsesti delle varie emittenti solo i programmi che gli interessano, inserendoli in una sua lista di preferenze, e creando in questo modo il suo personalissimo palinsesto on demand; sostanzialmentte l’emittente continua a trasmettere come da programma, mentre l’utente on demand isola le trasmissioni di suo gradimento ed ha la possibilità di guardarle come, quando, e dove vuole, avendo in oltre la possibilità di attivare le funzioni di scorrimento veloce, pausa, replay a suo piacimento mediante apposito telecomando.